Il settore della logistica negli ultimi tre anni ha dovuto affrontare scenari imprevisti ed emergenziali di portata globale.
In particolare, il comparto, già messo sotto pressione da eventi come la crisi finanziaria del 2008, la guerra in Medio Oriente e più recentemente la Brexit e l’ostruzione del Canale di Suez nel 2021, si è trovato pesantemente condizionato dagli effetti della pandemia e dallo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina.
A livello internazionale, il sistema delle imprese della logistica è quindi costretto a fare i conti con interruzioni delle supply chains globali sempre più significative.
Due in particolare gli shock più recenti con i quali fare i conti. Il primo è senza dubbio il Covid-19, i cui effetti sulla logistica internazionale hanno contribuito a frenare la parziale ripresa seguente la crisi finanziaria del 2008.
Lo shock pandemico e i suoi effetti
A causa dell’emergenza sanitaria, è cresciuta la domanda di beni acquistati attraverso i circuiti di e-commerce. Un elemento che ha portato alla formazione di nuovi e persistenti colli di bottiglia a livello globale. A soffrirne particolarmente è stato il trasporto via mare. Le cause sono molteplici: la diminuzione del personale, a causa delle restrizioni governative legate a motivi sanitari, i lockdown prolungati che hanno travolto la normale organizzazione delle catene di approvvigionamento, e i conseguenti ritardi nelle consegne della merce al consumatore finale, insieme all’aumento dei costi di trasporto.
A rendere ancora più critico lo scenario pandemico è stato il problema della mancanza di manodopera in alcuni settori della logistica. Si pensi ad esempio alla scarsità di autotrasportatori in Gran Bretagna, anche a causa della Brexit, che ha causato rallentamenti delle supply chains e della distribuzione dell’ultimo miglio. Anche l’Europa è costretta a fare i conti con questa materia. Secondo Transport Intelligence, mancano circa 400 mila autisti, con la punta massima in Polonia dove la carenza di risorse professionali è di oltre 80 mila autisti. In Italia il deficit di autisti è pari a circa 17-20 mila unità.
La guerra in Ucraina e il caro carburante
Un quadro critico, sul quale ha inoltre dispiegato i suoi effetti lo scoppio del conflitto in Ucraina a seguito dell’invasione russa. Una situazione che peraltro è anche andata di pari passo con la decisione della Cina di nuovi lockdown. Il blocco delle attività di porti strategici come Odessa e Mariupol, in Ucraina, ha messo la logistica e i trasporti in crescente difficoltà.
Un ulteriore elemento critico è l’aumento dei prezzi del carburante, causato sia dal conflitto in corso sia dalla promozione di politiche di sostenibilità ambientale, che stanno contribuendo ad alzare i prezzi sul mercato mondiale dei combustibili fossili. I rincari sono destinati a creare squilibri nelle filiere logistiche che non hanno ancora avviato processi di organizzazione dei trasporti più digitalizzati e sostenibili.